Le call-to-action (CTA) sono il ponte tra il tuo messaggio e l’azione che vuoi far compiere al tuo pubblico. Sono il momento decisivo, la resa dei conti. L’istante in cui il cliente ideale deve scegliere se fidarsi, agire … o girare i tacchi.

Scrivere call-to-action efficaci significa guidare il lettore verso una decisione chiara, dandogli una motivazione forte per agire. Eppure, tante CTA restano lì a prendere polvere nelle mail o sui siti web, perché non parlano davvero al pubblico o si nascondono tra mille distrazioni.

Se vuoi che le tue CTA facciano per bene il loro mestiere – motivare il cliente a fare quel passo in più – serve un pizzico di strategia.

 

7 errori che tolgono potere alle tue call-to-action

Scrivere una call-to-action che funziona sembra facile. Basta una frase breve con l’imperativo, su un bel pulsante colorato, e via. O almeno, così dicono.

Da copywriter, ti dirò che quelle malefiche e benedette frasi brevi spesso richiedono più tempo che scrivere mezzo blog post. Perché non sono solo parole ma leve strategiche con un equilibrio delicato.

Quando non funzionano, il problema di solito non è cosa scrivi ma come lo scrivi. Nel micro-copy ogni parola conta e basta una virgola fuori posto o il posizionamento sbagliato per fare un patatrac. Evitare certi scivoloni è fondamentale. Ecco i 7 errori più comuni da tenere d’occhio, insieme a qualche goccia di alchimia per scrivere call-to-action che convertono.

 

CTA che sembrano ordini, non inviti

OK, lo so. Letteralmente, call-to-action si traduce con chiamata all’azione. Ma tu non sei un generale, e il tuo cliente ideale non è una recluta scapestrata.

Le CTA devono accompagnare il tuo pubblico verso l’azione, non imporgli di fare qualcosa. Se sembrano comandi secchi possono risultare invasive, fastidiose, soprattutto per un pubblico freddo.

Una call-to-action che sembra un ordine crea una frizione pericolosa: è come se qualcuno entrasse in casa tua sfondando la porta a calci e ti gridasse FAI QUESTO! E nessuno ama sentirsi comandato a bacchetta o aggredito, giusto? E se inserita in una comunicazione di brand basata sull’empatia e la morbidezza, una CTA di questo tipo risulta stridente e incoerente.

Come evitare l’effetto respingente? Fai sentire al tuo pubblico che è libero di scegliere, invitando all’azione creando curiosità o desiderio. Ad esempio:

  • Leggi in anteprima il primo capitolo
  • Dai un’occhiata all’eBook in regalo
  • Scopri come aumentare le conversioni

 

Chiedere troppo, troppo presto

Chiedere a un potenziale cliente di impegnarsi prima che sia pronto a farlo è il modo migliore per vederlo fuggire a gambe levate. Non mi credi?

Pensa a quando entri in un negozio e dopo tre secondi hai davanti una commessa che ti chiede: posso aiutarla a scegliere? Lei, poveretta, sta solo facendo il suo mestiere… ma non troppo bene, perché anziché rassicurarti mette ansia.

Se un pubblico freddo non acquista alla prima email del tuo funnel, è normale: non ha ancora avuto il tempo di fidarsi di te. Questo non significa che la tua offerta non sia strepitosa, ma solo che tu e il potenziale cliente non siete ancora giunti a “quel momento” nella vostra relazione.

Che fare per evitare il fuggi fuggi? Adatta le call-to-action alla fase del customer journey.

  • Su un pubblico freddo o nella fase di scoperta, punta a CTA di conversione soft. Ad esempio: sbloccati con la guida gratuita
  • Su un pubblico coinvolto, puoi usare call-to-action più dirette. Ad esempio: Prova gratis per 7 giorni, senza impegno

 

Call-to-action scollegate dal contesto

Ti sei mai immerso in un’email interessante per poi trovarti davanti a una call-to-action che sembra lì per caso? Capita spesso, e non fa una buona impressione.

Quando manca continuità tra il messaggio e la CTA, quando non c’è una progressione logica o emotiva, l’invito si trasforma in disturbo. Proprio come la pubblicità in TV, spezza l’incanto e allontana chi legge. E questo diminuisce le probabilità che la persona compia l’azione desiderata.

Una call-to-action efficace è il naturale passo successivo di un percorso.

Immagina di leggere d’un fiato un articolo sul web design e di trovare in fondo una CTA che invita a prenotare una consulenza di make-up. Non ha senso, vero?
Per evitare che le tue call-to-action sembrino scogli in mezzo al mare:

  • Collega la CTA all’ultima frase del discorso.
  • Rafforza il collegamento riprendendo concetti o parole del messaggio.

 

 

Non mettere in luce il beneficio

Momento verità: le persone non cliccano sulle call-to-action perché tu vuoi che lo facciano. Cliccano perché con quell’azione possono ottenere un vantaggio concreto per loro.

Problema: se la tua CTA non comunica chiaramente il beneficio, non va da nessuna parte. Diventa un invito sterile e senza attrattiva che non spinge all’azione.

Una CTA efficace non parla di te, ma del tuo cliente ideale. Deve rispondere alla sua domanda silenziosa: e io cosa ci guadagno?

Pensa a queste due call-to-action, che hanno lo stesso obiettivo:

  1. Iscriviti alla mia newsletter settimanale
  2. Ricevi consigli di marketing per freelance ogni settimana

La prima sembra un ordine (ne abbiamo parlato sopra) e non fa certo venire voglia di seguirlo. La seconda punta i riflettori sul beneficio che la persona ottiene scegliendo di fare qualcosa – in questo caso, condividendo i suoi dati. E il tasso di conversione sale.

 

Usare la stessa call-to-action ovunque

Le call-to-action non sono incantesimi con risultati prevedibili e ripetibili. Eppure, quante volte capita di inciampare nel solito “scopri di più” ripetuto sempre uguale sui siti web, nelle email e persino sui social?

Le CTA non funzionano sempre allo stesso modo perché devono essere adatte al contesto. Una persona che sta scorrendo le Stories su Instagram ha aspettative diverse rispetto a chi sta leggendo una sales page o una newsletter. Cambia il livello di coinvolgimento, cambia il livello di attenzione…

… e anche la CTA deve cambiare, per non sfumare nel nulla.

Come evitare l’errore:

  • Se in una pagina di vendita usi più CTA, varia il copy per mantenere alto l’interesse.
  • Sui canali veloci dove il pubblico è più distratto, usa call-to-action immediate. Su Instagram, “guarda il video” funziona meglio di “scopri di più”.
  • Quando devi ripetere un concetto, fallo partendo da angolazioni diverse. Ad esempio: scarica il report > scopri cosa pensano i millenial > sbircia le tendenze 2025 per i social.

 

Essere troppo creativi

La creatività è meravigliosa, finché non complica la vita.

Magari anche tu hai nel cuore l’immagine di un pubblico che pende dalle tue labbra, ascoltando ogni parola e ricordando tutto. Bellissima, ma non proprio realistica.

La verità è che spesso ciò che scrivi intorno alla tua CTA viene ignorato. Perché tutta l’attenzione è assorbita dal pulsante o dal testo del link in bella mostra. Se la persona deve fermarsi a riflettere per capire cosa stai chiedendo, hai già perso la tua occasione.

Le call-to-action efficaci hanno tre cose in comune: sono chiare, sintetiche e dirette. Puoi giocare con il vocabolario di brand per dare personalità al messaggio ma – ricorda – il lettore deve capire subito cosa succede dopo il clic. Ecco alcuni esempi che funzionano:

  • Scarica il planner e libera il tuo tempo
  • Accendi il cambiamento – iscriviti ora
  • Scopri 5 strategie per lavorare meglio

In caso di dubbi, semplifica. Se tu per primo non sei sicuro che la tua CTA si capisca al volo, molto probabilmente per il tuo pubblico sarà troppo astratta.

 

CTA che non riflettono il tono del brand

Ti è mai capitato di atterrare su un sito con un look accogliente, uno storytelling emozionale… e le call-to-action che sembrano scritte da un venditore porta a porta anni Ottanta? O al contrario, di visitare un e-commerce colorato e giocoso che, al checkout, ti spiazza con un freddo “Concluda il suo ordine”?

Se c’è dissonanza tra il tono di voce del brand e l’invito all’azione:

  • Il messaggio perde di credibilità.
  • La CTA suona “finta” e meno coinvolgente.
  • Il cliente potenziale fugge, e tu perdi un’occasione.

Una call-to-action efficace non è solo persuasiva ma anche coerente. Per funzionare, le CTA devono essere un’estensione naturale del tuo messaggio. Non solo avere la tua voce, ma anche essere allineate al tuo approccio. Deve integrarsi con grazia nel contesto, parlare nel modo giusto alle persone giuste.

 

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