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Anche se il nome può intimorire, il neologismo sincratico è piuttosto simpatico. Il termine indica infatti una nuova parola (neologismo) nata dalla fusione di due – o più – termini già esistenti. Se cerchi un modo meno pomposo per identificarlo, puoi chiamarlo parola macedonia o portmanteau.

A proposito di portmanteau: il primo a chiamare così il neologismo sincratico fu Lewis Carroll. Nel romanzo Attraverso lo specchio (1871), la giovane Alice incontra Humpty Dumpty – un gigantesco uovo parlante che le parla del non-compleanno e dell’arte di far sì che le parole abbiano precisamente il senso che vogliamo dare loro.

Affascinata dalle capacità linguistiche dell’uovo, Alice gli chiede lumi sull’oscura filastrocca Jabberwocky, piena di parole incomprensibili … ovvero, di neologismi sincratici. Per spiegare il concetto alla bambina, Humpty Dumpty paragona quest’espressione dell’ingegno a una speciale valigia suddivisa all’interno in due scomparti separati detta, appunto, port-manteau.

Voli linguistico-letterari a parte, le parole macedonia compaiono un po’ ovunque.

Il mondo dell’informatica e internet sono pieni di esempi, principalmente di origine anglofona. Te ne cito solo alcuni, perché l’elenco potrebbe andare avanti all’infinito:

  • emoticon (emotion + icon)
  • animoticon (animation + emotion + icon)
  • freeware (free + software)
  • malware (malicious + software)
  • netiquette (network + etiquette)

C’è stato anche chi ha usato un portmanteau (anzi, due) per spiegare in modo – quasi – semplice i limiti del metodo induttivo. Nel 1954 Nelson Goodman coniò i termini grue e bleen (green + blue e blue + green) per introdurre il “nuovo enigma dell’induzione”, oggi noto come Paradosso di Goodman.

Tornando agli usi più popolari del neologismo sincratico, l’industria dell’intrattenimento ci fornisce tanti altri esempi: dai multiplex (multiple + complex) ai film di Bollywood (Bombay + Hollywood) passando per i cyborg (cybernetic + organism, organismo cibernetico) fino ad arrivare al cosplay (costume + play) e oltre.

C’è poi un settore questa forma creativa diventa arte: la pubblicità.

Non troppo tempo fa, le parole d’ordine della comunicazione pubblicitaria erano volantino, opuscolo e cartellone. Oggi, invece, è tutto un fiorire di parole macedonia: advertorial (advertising + editorial), infomercial (information + commercial), infotainment (information + entertainment) e compagnia briscola. E i neologismi sincratici non fioriscono solo nelle definizioni. Chi non ha presente la scioglievolezza di un cioccolato svizzero o la morbistenza di una nota marca di carta igienica?

E pensando al copywriting, c’è un settore in cui il neologismo sincratico regna sovrano: il naming – ovvero lo studio e la creazione dei nomi di prodotti, servizi e aziende. Ti cito solo tre esempi, tra i più famosi della rete: Wikipedia (wiki + encyclopedia), Pinterest (to pin + interest) e Groupon (group + coupon).

Non c’è dubbio: se vivesse nel presente, Alice avrebbe molte altre domande per Humpty Dumpty.
Il problema principale? L’ormai cronica scarsità di tane di coniglio.