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Ormai sono vent’anni che per mestiere scelgo parole per gli altri. E che osservo il modo in cui questa materia impalpabile ma concretissima che ci permette di entrare in relazione con il mondo viene usata.

A guardare i social, le newsletter ma anche giornali, libri e TV ci si potrebbe chiedere se dedicare così tanto tempo a scegliere le parole giuste per vendere, promuovere o raccontare abbia ancora senso. In fondo viviamo nell’epoca dell’istantaneità, in cui le idee di ieri sono storia vecchia e in cui – teoricamente – una macchina super sofisticata potrebbe sceglierle al posto nostro in un respiro.

Sarà deformazione professionale o sarò forse un po’ all’antica ma “scegliere le parole” è uno dei diritti più importanti per una persona. E questo non ha niente a che vedere con il marketing – e tutto con il fatto che le parole sono identità e personalità. Sono idee, emozioni, valori, esperienza distillati in una forma che ci permette di portarle nel mondo e metterle in comune con gli altri.

Nelle parole che usiamo c’è il riflesso della nostra cultura, di ciò in cui crediamo, del nostro passato e dell’impatto che vogliamo avere sulla realtà e sul futuro.

Basta ricordarsi la storia per vedere che le parole hanno un valore e un potere così grandi da fare paura. Se così non fosse, le lingue non sarebbero state oggetto di controllo, eradicazione o imposizione e censura in così tanti casi.

Ma anche guardando uno strato della realtà più prosaico, scegliere le parole è fondamentale in ogni situazione. Non garantisce che tutte le tue richieste saranno esaudite o che la vita scorrerà senza intoppi… però aumenta drasticamente le probabilità a tuo favore.

Descrivere un sintomo in modo accurato può velocizzare una diagnosi e anche salvare la vita.

Chiedere un favore nel modo giusto può fare la differenza tra un sì e un no.

Comunicare le tue emozioni e i sentimenti… beh, si sa.

Argomentare le tue idee in modo preciso aiuta a farsi capire, sostenere la loro validità, creare un dialogo costruttivo oppure portare qualcuno dalla tua parte. Che sia un amico o un possibile finanziatore.

Scegliere le parole conta perché più siamo precisi, meno c’è rischio di fraintendimenti. Più il nostro messaggio è chiaro e comprensibile, meno si rischia che l’interlocutore se ne perda un pezzo per strada. E che la conversazione o la trattativa in corso si areni.

E sì, scegliere le parole è anche il modo per “vendere di più”. Ma questa espressione racchiude a sua volta un universo di strati, di cui scriverò un’altra volta.