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Conosci il rituale della parola dell’anno?

Scegliere una parola-guida che ti accompagni nella vita o nel business per dodici mesi può essere un’ispirazione davvero potente. Trovare la parola dell’anno ti aiuta a capire cosa desideri davvero. Che poi è il primo passo per agire imprimendo alle nostre scelte la giusta intenzione.

Vediamo insieme come fare ma prima… un pizzico di storia.

 

Alle origini della tradizione

L’invenzione di quella che oggi molti chiamano word of the year in realtà è tedesca. La prima parola dell’anno fu infatti scelta dalla Gesellschaft für deutsche Sprache – o Società per la lingua tedesca – nel 1972. L’iniziativa era semplice ma a modo suo geniale: individuare un termine che rappresenti il tema di interesse pubblico più caratteristico di un certo anno. Come a voler fotografare i movimenti sociali, i cambiamenti o le emozioni più significative del tempo.

La prima parola dell’anno, selezionata per il 1971, ad esempio fu aufmüpfig (ovvero indocile, ribelle) perché si ricollegava ai movimenti studenteschi e della controcultura che avevano segnato il passaggio tra gli anni Sessanta e i Settanta.

Dopo qualche anno, l’istituzione trasformò quella trovata felice in una tradizione annuale, che a partire dagli anni Novanta si diffuse anche tra istituzioni linguistiche e case editrici di dizionari nei Paesi di lingua inglese. E poi via, a macchia d’olio in giro per il mondo, anche al di fuori del settore della linguistica. Tanto che oggi in alcune nazioni la scelta della parola dell’anno è un evento che coinvolge i cittadini.

In questa forma, la parola dell’anno è una scelta a posteriori.
Un memento del passato anziché una guida.

Però c’è almeno una tradizione – molto più antica – che somiglia di più alla parola dell’anno che si sceglie come compagna di viaggio per il futuro, che è quello di cui invece parliamo qui.

Nel 140 a.C. l’imperatore cinese Xiao Wu Huangdi proclamò l’inizio dell’era Jianyuan. Fu la prima di un’infinita serie di ere, ciascuna con il proprio nome significante, perché la tradizione durò fino alla caduta dell’impero cinese nel 1912. Il nome delle ere aveva una funzione pratica come sistema di datazione ma anche simbolica. Veniva scelto infatti per rappresentare la visione dell’imperatore per il futuro del suo Paese o la direzione del suo operato.

La stessa tradizione si è sviluppata in Giappone a partire dal 640 e continua ancora oggi. L’ascesa al trono dell’imperatore Naruhito nel 2019 ha segnato il passaggio dall’era Heisei (pace raggiunta) all’era Reiwa (bella armonia).

 

La parola dell’anno nel business e nella vita

Non so bene come si sia passati da questi esempi celebri al rito della parola dell’anno come strumento di crescita personale e professionale. Io ne sentii parlare per la prima volta a un workshop nel 2014… e l’idea non poteva che conquistarmi. Perché le parole non sono insiemi di lettere messe lì per caso. Rappresentano idee, concetti, emozioni, mondi interiori.

Per dirla con Jung:

 

Magari pensi che la parola dell’anno sia un esercizio fine a sé stesso. E se lasci che quella parola sia solo un segno, è certamente così.

Se invece eleggi una parola-guida e poi ti impegni a tradurre quel simbolo nella tua realtà, diventa un faro che ti guida anche nelle scelte più difficili con fiducia, perché la sua luce non proviene da qualche fonte esterna e lontana ma origina all’interno.

Se ci pensi, tutta la nostra vita ruota attorno a concetti-simbolo.

  • Lavoriamo per realizzare la nostra idea di successo.
  • Viviamo le relazioni cercando di aderire al nostro ideale di amicizia o famiglia.
  • Diamo e chiediamo rispetto, ricerchiamo la bellezza, inseguiamo l’amore.

Questi termini hanno un significato diverso per ogni persona. Più diamo valore a questi concetti, più si arricchiscono di sfumature e diventano centrali nella nostra vita. E allora ecco che “una semplice parola” diventa qualcosa di molto più grande e prezioso.

Con la parola dell’anno, funziona allo stesso modo.

 

Come trovare la tua parola

Non c’è un solo modo per trovare la tua parola-simbolo. A volte semplicemente emerge dalle emozioni che proviamo, dalle esperienze trascorse nell’anno che si sta concludendo. In altri casi invece bisogna scavare un po’, trovare una chiave di lettura per ciò che sentiamo, mettersi in ascolto del proprio intuito.

Se la tua parola dell’anno non si è ancora manifestata e hai bisogno di un piccolo aiuto, puoi partire da queste domande:

  1. Quali sono i tuoi sogni, i desideri, gli obiettivi a lungo termine?
  2. Quali caratteristiche o qualità vorresti manifestare di più?
  3. Che cosa vorresti fare di più e meglio?
  4. Che cosa vorresti smettere di fare?
  5. Quali emozioni vorresti accogliere di più nella tua vita?
  6. Di che cosa senti di aver bisogno per stare bene, in equilibrio?
  7. Che cosa può aiutarti a ottenere tutto questo?

Annota le tue risposte e poi “giocaci su”, usando i mezzi di espressione che ti sono più affini. Puoi scrivere qualcosa, disegnare, fare un collage o una bacheca su Pinterest, creare una playlist con brani che rappresentano le tue intenzioni, …

Queste attività stimolano la tua parte intuitiva, aiutandoti a creare connessioni tra le idee e a vedere il filo conduttore delle tue risposte. Lasciati ispirare e osserva. Quali sono i temi e le sensazioni ricorrenti? Quali idee risuonano più forti?

Distilla il tutto in un solo termine ed ecco la tua parola dell’anno. Un simbolo che abbraccia ogni sfera per rappresentare il modo in cui vuoi essere, sentirti e agire per avvicinarti al tuo futuro ideale.

Ad esempio: la sensazione ricorrente è il desiderio di avere più fiducia – nell’esprimere le tue opinioni, nelle scelte, nel cogliere le opportunità? La tua parola dell’anno potrebbe essere valore se tendi a non vedere il tuo. Oppure coraggio, se ciò che ti impedisce di realizzare ciò che desideri è la paura di uscire dalla comfort zone. O ancora fuoco, se la mancanza di fiducia è legata a una generale penuria di entusiasmo o motivazione.

Come tutti i simboli, la parola dell’anno funziona se ha senso per te. Perché solo così può diventare una fonte di ispirazione ma anche un atto di consapevolezza e una sorgente di energia.

 

Idee per integrare la parola dell’anno nel business

Quando hai trovato la tua parola-guida, il passo successivo è capire come tradurla nel quotidiano. Perché, come tutti i simboli, deve essere nutrita per non tornare ad essere segno.

L’idea generale è di lasciare che la parola dell’anno informi le nostre azioni e le scelte, proprio come fosse un precetto o una buona pratica che ti impegni a seguire.

Ad esempio, la mia parola-simbolo per il 2018 era focus. Arrivavo da un periodo di grandi cambiamenti e sentivo di aver bisogno di chiarezza, senso di direzione, struttura.

L’ho portata nella mia vita concentrandomi di più sulle relazioni che avevano davvero valore per me e lasciando andare alcuni rapporti che invece avevano fatto il loro tempo. Imparando a dire qualche “no” in più. Dandomi delle priorità per la mia salute e per la crescita personale.

Focus mi ha fatto compagnia anche nel lavoro. Il 2018 è stato un anno di rebranding, ristrutturazione dell’offerta e della mia strategia di comunicazione per creare un business ancora più allineato alla mia visione e centrato sui miei talenti.

In molti casi, usare la parola dell’anno nella sfera personale è intuitivo. Capire come portarla nel lavoro può essere invece più complesso perché serve un pizzico di astrazione in più.

Ecco allora qualche idea per integrarla nei diversi ambiti del tuo business, con alcuni esempi da cui trarre ispirazione.

  • STRUTTURA E MODELLO DI BUSINESS. La parola dell’anno può guidarti in un rebranding come è successo a me ma può anche essere tradotta in azioni più circostanziate. Hai scelto leggerezza? Potresti cercare un modo per ridurre il carico di lavoro individuale con i clienti, lanciando un percorso di gruppo o creando un corso online.
  • PROCESSI. Puoi usare la tua parola-guida per reinventare i tuoi flussi di lavoro per offrire un’esperienza migliore e più personale ai tuoi clienti ideali. Come integrare divertimento o gioco nei tuoi processi? Ad esempio trasformando una parte dell’onboarding in un quiz.
  • STRATEGIA DI MARKETING E COMUNICAZIONE. Una strategia funziona quando è allineata alla tua energia e alla tua visione. Non c’è ambito migliore da cui iniziare per tradurre la parola dell’anno in realtà! Per integrare entusiasmo puoi confezionare un funnel per il tuo prossimo lancio con sfide o masterclass per coinvolgere il tuo pubblico e creare un’atmosfera di meraviglia. Vuoi più focus? Rivedi le metriche dei tuoi canali social e scegli quali mantenere attivi. Spoiler: sono quelli che portano più risultati, su cui ti esprimi con più gioia e meno sforzo.

Da una sola parola dell’anno possono nascere mille idee.
Trova la tua e nuovi modi per portarla con te nelle scelte di ogni giorno. Sarai sulla strada giusta.