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Per il traduttore, il portfolio è uno strumento prezioso. Selezionando gli esempi di traduzione giusti, puoi dimostrare la tua competenza e far “toccare con mano” ai potenziali clienti il valore aggiunto di un lavoro difficile da spiegare. Ed è anche utile per presentare il tuo percorso e ciò che sai fare alle agenzie di traduzione con cui vorresti collaborare.

… ma come si crea un portfolio di traduzione che mette davvero in risalto le tue capacità, utile per chi lo riceve e semplice da consultare? Ecco 5 mosse fondamentali.

 

Parti dal tuo cliente ideale

Un portfolio non è solo una raccolta di esempi dei tuoi lavori. È uno strumento di marketing e come tale deve essere pensato per le persone che lo riceveranno: i tuoi clienti ideali.

Se traduci da più lingue, offri diversi servizi di traduzione o sei specializzato in più settori, resisti alla tentazione di creare un solo portfolio generale. Anche se l’idea può funzionare in teoria, rischi di costringere il tuo cliente a fare lo slalom tra esempi poco rilevanti (per combinazione linguistica, argomento o altro) prima di arrivare “al buono” … e di vanificare i tuoi sforzi.

Siamo onesti, dai. Se il tuo potenziale cliente è uno studio di design, difficilmente sarà interessato alle tue traduzioni editoriali di romanzi gialli. Allo stesso modo, un’agenzia che ti contatta per un progetto di traduzione medica vorrà innanzitutto valutare il tuo livello di preparazione nell’ambito specifico.

Ti suggerisco quindi di creare dei portfolio di traduzione tematici per i diversi segmenti di pubblico. Così puoi dare più spazio e visibilità a ciò che è più utile per chi si rivolge a te, scongiurando l’effetto TL;DR.

A seconda del tuo profilo professionale, del livello di esperienza e del target, puoi organizzarli per combinazione linguistica, tipo di servizio o ambito di specializzazione – oppure creare una selezione trasversale a queste categorie di base.

 

Seleziona gli esempi del portfolio con cura

Quanti esempi includere nel tuo portfolio? Non esiste una risposta universale… ma in linea di massima 8-10 sono più che sufficienti anche per i clienti più meticolosi.

Anziché ossessionarti con i numeri, concentrati su qualità e rilevanza dei contenuti. Il mio consiglio per questo passaggio è creare una checklist di criteri di valutazione, che ti aiuteranno a capire quali lavori inserire nel portfolio.

Anche qui, l’esatto mix di criteri dipende dal contesto specifico.
Ecco alcune idee a cui puoi ispirarti:

  • tipologia di testo, ad es. manuali d’uso, materiali di marketing, articoli scientifici;
  • complessità del testo o densità di linguaggio tecnico;
  • livello di adattamento del testo di arrivo, ad es. per la presenza di termini intraducibili, riferimenti culturali, artifici linguistici o altro nel testo sorgente;
  • livello di attrattiva/visibilità del progetto, ad es. privilegiando esempi di traduzione da opere pubblicate, collaborazioni a progetti istituzionali o di rilevanza pubblica, traduzioni per aziende internazionali.

 

Aggiungi un po’ di contesto

Per un traduttore qualificato, capire le criticità di un testo e riconoscere le trappole da evitare per non scivolare nell’ambiguità (o su una metafora) è il pane quotidiano – nonché uno degli elementi chiave del famoso valore aggiunto offerto da chi dedica anni di studio e pratica a specializzarsi in una professione.

Per il cliente, invece, capire perché hai scelto proprio quell’esempio per il tuo portfolio potrebbe non essere così semplice. Quindi: dimostra un po’ di cura e non lasciarlo brancolare nel buio.

Arricchisci gli esempi con informazioni di contesto, per accompagnare il cliente e aiutarlo a comprendere (senza impelagarsi in discettazioni teoriche da premio Nobel) il dietro le quinte del processo di traduzione. Ecco alcune idee:

  • Ambito o settore di riferimento (ad es. Tecnologia – produzione di pannelli fotovoltaici)
  • Tipo di documento (ad es. manuale d’uso, catalogo promozionale)
  • Pubblico target (ad es. piccoli imprenditori, fan degli sport invernali)
  • Link o screenshot del contenuto pubblicato (se disponibili).

Puoi organizzare queste informazioni in un’introduzione oppure abbinare a ogni esempio di traduzione una sezione Commenti in cui evidenziare le peculiarità dell’estratto.

 

Cura l’aspetto del tuo portfolio di traduzione

Una volta scongiurato l’effetto portfolio-valanga, puoi dedicarti al look del tuo documento – perché nel marketing anche l’occhio vuole la sua parte.

Per non finire nel cestino, il tuo portfolio deve essere ordinato e facile da consultare.

In questo senso, il classico layout a due colonne è un salvavita. Ti consiglio anche di scegliere una lunghezza limite per i tuoi esempi (ad es. 300 parole), per maggiore uniformità.

Puoi dare movimento al tuo portfolio usando i colori e i font, senza esagerare. Per andare sul sicuro, usa un massimo di 2 font (uno per i titoli, uno per il testo) e 2 colori on-brand.

E per finire, puoi creare un’intestazione con il tuo logo, il tuo payoff e i dati di contatto.

 

Non dimenticare l’etica

Il rispetto della privacy e la riservatezza delle informazioni che i clienti ci affidano sono due pilastri nell’etica del traduttore professionale. E devono essere rispettati in ogni circostanza.

Ecco perché gli esempi del portfolio non devono includere dati sensibili né informazioni personali dei clienti – a meno che tu non abbia ricevuto esplicitamente il permesso di usare il nome del cliente a scopo promozionale.

Inoltre: se per il tuo portfolio hai appositamente tradotto degli estratti di libri, articoli o documenti trovati sul web, devi sempre citare la fonte e assicurarti di non violare i diritti di terzi.